Vado a dormire. Domani mattina dovrei correre un venti chilometri con lo zio, quello cui ho dato la delusione (unitamente all’amico Gianni – proprio lui, il grande Morandi, unico Beatle italiano, che quest’estate per primo, nel Salento, mi iniziò un’altra volta ai piaceri della corsa: “Mi annoio, non riesco a vedere il paesaggio”. Ed egli a me: “Ma dai, devi ascoltare la storia che ti raccontano il tuo cuore, il tuo fegato, i tuoi polmoni”) di non essermi iscritto in tempo alla maratona del 26. Sapete quanto s’ha da aspettare per una previa visita dal medico dello sport? (Sappiate anche della vasellina di cui si cosparge un paziente all’elettrocardiogramma).
Insomma, l’ho scampata, almeno fino a Padova, o che altro si inventerà il ferreo calendario d’un www.podisti.net. Ma fino ad allora, ne saranno passati di olivi lungo le strade..
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